“Quanto è potente la preghiera!”
Ce lo diceva Santa Teresa di Lisieux, che fin da bambina si addormentava con il rosario in mano. La preghiera, un vero cuore a cuore con Dio, è al centro della vita di ogni cristiano.
È un regalo immenso che Dio ci fa, eppure non sempre è semplice. Anche se non esiste un metodo infallibile, ecco alcuni suggerimenti che ci possono aiutare.
La preghiera è una relazione personale con Dio. Pregare significa passare del tempo col Signore, in un incontro per ascoltarlo e parlargli.
“Pregare non consiste nel pensare molto, ma nell'amare molto” scriveva Santa Teresa d'Avila, infatti pregare non è pensare a Dio, non significa comprenderlo con l'uso della ragione, ma incontrarlo dentro il nostro cuore!
Tutti possono pregare: battezzati o meno, laici o religiosi, basta aprire l'anima al Signore ed accoglierlo!
La vita di preghiera è innanzitutto un dono, una grazia offertaci da Dio. Non si tratta di “recitare la preghiera” come se si facessero i compiti, ma di accettare questo dono che ci viene fatto: poterci rivolgere a Dio come ad un Padre e parlare a Gesù come ad un fratello o ad un amico. La fiamma che nutre questo incontro ci fa credere, sperare ed amare. La preghiera del cuore è anche chiamata preghiera teologale, perché Dio ci dà tre virtù, dette teologali, da coltivare per tutta la vita per avanzare sul cammino della fede e della preghiera. Sono capacità che Dio ci dà per poterlo raggiungere direttamente: si tratta della fede, della speranza e dell'amore.
La fede è il riporre la nostra fiducia nel Signore, credere in un Dio ben più grande di ciò che la nostra ragione puo' comprendere.
Sperare significa aspettare: le grandi cose hanno bisogno di tempo per realizzarsi. Ma la speranza trova le sue radici nella fede: «Signore, credo nelle tue promesse, tu mi darai tanto».
Infine la carità, cioè l'amore è la più grande di queste virtù, ma dipende dalle altre due. Santa Teresa d'Avila utilizzava la parola “amicizia” per descrivere la nostra relazione con Dio: ogni incontro in amicizia è un incontro d'amore. C'è dunque uno scambio, una comunione con l'altro, purché apriamo il cuore.
La preghiera è al centro ed all'origine della vita di ogni cristiano: è la preghiera che dà senso alla vita, essa è “il segreto di un cristianesimo veramente vitale”, come diceva Giovanni Paolo II. Un cristiano che non prega si allontana dalle sue radici, si svuota della sua energia. Egli perde il senso delle cose: «dimorate in me ed io dimorero' in voi» (Giovanni 15: 4).
Nel Vangelo secondo San Luca gli apostoli domandano a Gesù “Signore, insegnaci a pregare” (Luca 11: 1). Gesù esaudisce la loro richiesta ed insegna loro il Padre Nostro.
La preghiera è quindi un'eredità diretta di Cristo che, trasmettendola ai suoi apostoli, si trasmette a tutta la Chiesa.
Gesù stesso passava molto tempo a pregare ed incoraggiava gli apostoli a fare la stessa cosa “Vegliate e pregate per non entrare in tentazione: lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26: 41).
Pregare significa darsi, dare se stessi per tenere compagnia al Signore. Santa Teresa d'Avila lo sottolineava molto bene: "Non pregate per ricevere, ma in primo luogo per far compagnia al Signore". Lo scopo principale della preghiera infatti non è di ottenere grazie da Dio. È semplicemente credere nella parola di Dio, fidarsi di Lui ed amarlo nel momento presente.
Pregare è offrire a Dio il nostro bene più prezioso: il tempo. È dargli un posto nella nostra vita quotidiana e rimetterlo al centro.
In questo cuore a cuore col Signore, quanto è bello dirgli grazie! La preghiera per dire grazie a Dio si chiama “di ringraziamento”. Ringraziare Dio significa riconoscere tutto cio' che Lui fa per noi ed accettarlo. Significa esprimere della gratitudine verso tutto ciò che ci circonda, meravigliandoci.
La messa degli sposi, la celebrazione del matrimonio, comprende un ringraziamento, così come altre preghiere di benedizione, come quella prima dei pasti per esempio. Ci sono molte preghiere di ringraziamento, ma anche salmi molto belli.
Un Salmo di ringraziamento: Salmo 137
“Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui t'ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Se cammino in mezzo al pericolo,
tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano
e la tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.”
Molto spesso, nei salmi e nelle preghiere, il ringraziamento è associato alla lode: ringrazio Dio esaltando le sue meraviglie!
Per i cristiani, lodare significa adorare Dio e glorificarlo.
Perché lodare il Signore? La lode è una parte essenziale della preghiera: ci permette di rendere omaggio al Signore ammirando le sue meraviglie, la sua creazione, la sua presenza nella nostra vita, il suo amore. È riconoscerlo come nostro Dio.
La lode è la celebrazione della sua bontà: ci allontaniamo dalle nostre preoccupazioni, da noi stessi, per volgerci interamente al Signore. Dobbiamo quindi imparare a conoscerlo.
Come coprir di lodi qualcuno che non conosciamo?
Esistono molte preghiere di lode, ma anche dei bellissimi salmi che ci permettono di lodare il Signore durante la nostra preghiera mattutina o serale.
Possiamo recitare molte preghiere per lodare il Signore nei tempi importanti della liturgia, come ad esempio nelle preghiere recitate a Pasqua.
Un salmo di lode: il Salmo 102
"Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia
e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie,
ai figli d'Israele le sue opere.
Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo,
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste
e il suo posto non lo riconosce.
Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza
e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono
e il suo regno abbraccia l'universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,
suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.”
Sant'Agostino diceva che “Cantare è come pregare due volte”.
Lodare la grandezza e la potenza di Dio si può fare anche con la musica!
Esistono molti canti di lode per tutti i gusti.
Salmo, preghiera o canto di lode, la cosa più importante è rivolgersi al Signore con un vero
“Grazie, mio Dio!” che viene dal profondo del nostro cuore!
La preghiera può anche avere lo scopo di abbandonarsi nelle mani di Dio, affidandosi completamente a Lui.
Possiamo pregare per chiedergli di aiutarci a fidarci completamente di Lui, per lasciare che sia Lui a guidare la nostra vita. Quando gli eventi sono al di sopra delle nostre forze, nelle difficoltà, il ricorso alla preghiera è importante, come nel caso della crisi del coronavirus.
Le preghiere al Sacro Cuore di Gesù, ad esempio, hanno lo scopo di fonderci nel Cuore di Cristo, per offrirci a Lui; Santa Teresa di Lisieux ci offre delle belle preghiere di abbandono a Gesù.
Il Padre Nostro, con la sua frase “Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra” ci permette di metterci nelle sue mani. Ci ricorda che, se preghiamo, non è perché il Signore deve esaudire i nostri desideri, ma perché ci perfezioniamo sulla via della santità, che è la nostra via.
La preghiera del Padre Nostro
“ Padre nostro, che sei nei cieli,
Sia santificato il tuo nome,
Venga il tuo regno,
Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
E rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
E non abbandonarci alla tentazione,
Ma liberaci dal male. Amen ".
Preghiera di abbandono di Charles de Foucauld
“Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l'anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.”
“Qualunque cosa chiederete nel mio nome la riceverete”. (Matteo 7: 7)
Lo scopo della preghiera è anche quello di chiedere qualcosa al Signore. Ma possiamo chiedergli tutto?
La preghiera non ha lo scopo di soddisfare i nostri desideri umani o di distoglierci dal cammino che Dio ha previsto per noi e Dio non è una specie di genio magico che esaudisce tutti i nostri desideri.
Dobbiamo stare attenti a non trasformarlo in una soluzione a tutti i nostri problemi. L'azione di Dio si fa sentire soprattutto in noi: ci porta pace profonda, gioia, nuova forza. Il Signore non è lì per appianare e rimuovere tutte le difficoltà sul nostro cammino e non lo farà.
Tuttavia Egli è al nostro fianco per fornirci la forza necessaria per superare tutte le prove. È questo, ad esempio, il caso delle preghiere di guarigione che trasformano soprattutto il nostro modo di vedere la malattia, le preghiere di protezione, le preghiere per il lavoro o le preghiere per trovare l'amore. La preghiera di richiesta non cambia sempre le cose, ma trasforma innegabilmente la persona che prega. Una preghiera recitata con fede è sempre fruttuosa perché cambia noi stessi.
“Qualunque cosa chiederete nella preghiera con fede, la riceverete”. (Matteo 21: 22)
La più famosa preghiera di richiesta è la seconda parte del Padre Nostro: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, che chiede a Dio di aiutarci affinché possiamo superare gli ostacoli della nostra giornata nella gioia e nell'amore.
La preghiera cambia il cuore degli uomini e produce molti frutti. I risultati non sono sempre immediati o non sono sempre nella forma desiderata, ma più dedichiamo del tempo a Dio, più ne vediamo i frutti a lungo termine in tutti gli ambiti della nostra vita.
Il primo e più bel frutto della preghiera è la carità. Cristo ha salvato il mondo, non con la potenza, ma con l'amore umile che si abbassa per arrivare a coloro che Egli salva. La preghiera porta ad imitare Gesù e ad aprirci all'amore. Quando preghiamo, camminiamo nella via di Cristo e cerchiamo di imitarlo.
Dalla preghiera derivano molti altri frutti:
La preghiera ci permette di concentrarci sull'essenziale e di non restare superficiali. Ci invita a vivere col cuore e ad acquisire interiorità e quindi saggezza, profondità e conoscenza di sé.
Dio ci dona la grazia della preghiera nella preghiera stessa: impariamo a pregare pregando. Ecco dei consigli per pregare più facilmente. Certo siamo tutti diversi e con sensibilità particolari: da adattare caso per caso!
Dio è con noi ogni giorno, in ogni momento: possiamo pregare dovunque. Ma se abbiamo difficoltà a concentrarci e, per non essere distratti, cerchiamo di metterci in un posto tranquillo, un po' riservato.
Il modo migliore di solito è allestire un piccolo angolo per la preghiera in casa, soltanto per pregare oppure andare in una chiesa vicina! Anche nella natura oppure in un momento tranquillo della vita quotidiana possiamo trovare modi meravigliosi di trascorrere del tempo con Gesù.
Un minuto, una mezz'ora, un'ora o più, ma questo tempo lo riserviamo esclusivamente a Dio. È troppo facile passare una giornata intera dicendo "non ho avuto tempo": abbiamo sempre la possibilità di prenderci cinque minuti con una breve preghiera al mattino, una veloce preghiera la sera o in qualsiasi altro momento della giornata.
Una bella preghiera, un ringraziamento, non devono necessariamente durare a lungo. È sempre bello prendersi il tempo per pregare, liberare la testa da tutti i pensieri e concentrarsi su Gesù.
Non ci si mette a pregare come se ci mettessimo al lavoro: iniziamo a pregare semplicemente mettendoci a disposizione dello Spirito Santo. Non sappiamo in anticipo dove lo Spirito vuole condurci. Dobbiamo dunque essere aperti, con docilità e disponibilità, per lasciarci illuminare e guidare nella preghiera. Questo è il ruolo dello Spirito Santo: la distanza tra noi e Dio è immensa ed il compito dello Spirito Santo è di avvicinarci un po' di più al Padre. Possiamo iniziare la preghiera con un segno di croce, seguito da un canto o un'invocazione allo Spirito Santo, oppure recitare altre belle preghiere come quella di Papa Giovanni Paolo II.
Se non avessimo necessariamente l'ispirazione o non fossimo molto allenati, non c'è da preoccuparsi!
È sempre normale sentirsi a proprio agio con le preghiere già scritte piuttosto che ad improvvisarle. La nostra storia cristiana è piena di santi che hanno composto preghiere una più bella dell'altra e nella Bibbia ci sono dei magnifici salmi. E soprattutto, spesso, dimentichiamo la bellezza di un Padre Nostro o di un'Ave Maria recitati con tutto il cuore.
Il tempo della preghiera è fatto anche per accogliere la Parola di Dio: Egli ci ha amato, ci ha parlato prima che gli parlassimo e la sua parola si unisce alla nostra nelle Sacre Scritture. Ci sono dei bei passi della Bibbia su cui possiamo meditare nella preghiera del mattino, per esempio. Possiamo anche prendere un testo del Vangelo per farne un incontro con Gesù: leggerlo ed immaginarlo, soffermandoci su una frase oppure un versetto che ci tocca particolarmente e meditarlo, seguendo il principio della lectio divina (ascoltare cosa Dio vuole dirci leggendo i testi sacri).
All'inizio della preghiera, possiamo ringraziare per tutti i doni che abbiamo ricevuto, per tutti gli incontri che abbiamo fatto e chiedere la forza di cui abbiamo bisogno. Possiamo anche affidare al Signore delle persone per noi importanti, lodare Dio oppure chiedergli qualcosa che ci sta veramente a cuore.
La cosa più importante è parlargli con franchezza, senza frasari di circostanza.
Pregare è accettare di essere sinceri con se stessi, con gli altri e con il mondo.
“Conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi” (Giovanni 8: 32)
Se non sapessimo davvero cosa dire a Dio, potremmo recitare la preghiera dell'alleanza, chiamata da sant'Ignazio di Loyola “esame di coscienza”. E' una preghiera quotidiana che permette di mantenere un legame vivo di amicizia con il Signore.
L'esame di coscienza è composto da tre parti:
Pregare significa mettersi alla presenza di Dio. Non bisogna solo parlare, ma anche ascoltare, soprattutto bisogna fare silenzio nel nostro cuore. Un buon modo per rimanere concentrati può essere quello di leggere una frase del vangelo del giorno e lasciarla risuonare in noi per interiorizzarla. A volte anche solo pronunciare il nome di Gesù ci aiuta a metterci alla sua presenza e ad aprirgli il nostro cuore. L'adorazione e la meditazione sono preghiere silenziose, per metterci semplicemente davanti a Dio per contemplarlo e lasciarci riempire da Lui.
“Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale”.
(Lettera ai Romani 12: 1)
Quando facciamo fatica a pregare o se ci distraiamo facilmente, quando la nostra preghiera ci sembra arida, allora è tempo di offrire queste difficoltà al Signore. Offriamoci a Lui senza cercare di capire, senza cercare di controllare. La nostra più grande ricchezza è quella di farci poveri, facendogli posto e lasciandolo entrare in noi. Offrirsi a Dio significa offrirgli le nostre debolezze e le nostre fatiche: ciò che conta non è essere stati distratti venti volte durante la preghiera, ma aver rinunciato venti volte a queste distrazioni, provando di nuovo a concentrarci!
La preghiera ha una fine. Dire “a presto”, prendersi del tempo per ringraziare per quel tempo trascorso con il Signore, che sia stato difficile o piacevole, è parte integrante della preghiera. Dicendo “a presto” e mettendogli nelle mani la nostra vita, gli affidiamo le nostre attività future ed i nostri incontri. Diciamogli “grazie ed a presto” pronti ad incontrarlo un'altra volta.
La preghiera più bella non è quella che dura un'ora una volta all'anno, ma quella regolare, che è ancorata ad una fede solida.
La preghiera non è mai vana: produce sempre il suo frutto anche se non è immediatamente percepibile. Certo, pregare ogni giorno non è necessariamente facile: capita che si possa fare fatica. Ma se teniamo sempre su di noi un oggetto religioso, o recitiamo ogni giorno un Padre Nostro o un'Ave Maria, ogni giorno ci ricordiamo di Dio.
Gli lasciamo nel nostro cuore un posto dove tornare!
Una sola risposta a questa domanda: entrambe!
“Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.” (Matteo 6: 6)
La preghiera non è fatta solo di gesti, segni, lodi, canti, parole.
La preghiera non è solo pregare per gli altri, ringraziare, recitare un Rosario o un Padre Nostro.
Pregare è soprattutto un incontro con Dio nel silenzio del nostro cuore. La preghiera personale è anche conosciuta come orazione ed è essenziale per la vita di ogni cristiano. Ci permette di ritirarci nel silenzio del nostro cuore e di trascorrere del tempo da soli con il Signore. È un dono straordinario di Dio, è il respiro dell'anima, che ci permette di rivolgerci a Lui e di guadagnare interiorità. Questa preghiera personale è essenziale: siamo gli unici padroni del tempo che ci prendiamo, del luogo in cui siamo, della qualità che ci mettiamo. Ci permette di abitare in Gesù come Lui abita in noi e di rimettere a fuoco l'essenziale: Dio.
La preghiera personale si trova anche nel culto.
L'adorazione eucaristica è un dialogo con Cristo, una preghiera personale ed intima con Gesù, presente nell'ostia consacrata: il Santissimo Sacramento. « Questo è il mio corpo che é dato per voi » (Luca 22: 19). Il cattolico crede nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia ed il momento dell'adorazione è quindi uno scambio silenzioso faccia a faccia e cuore a cuore con Gesù.
Per crescere nella preghiera personale, possiamo ovviamente essere accompagnati spiritualmente da un sacerdote o da una suora. Quando abbiamo delle domande è molto utile parlarne per acquisire sicurezza nella nostra preghiera. Se per l'equilibrio del cristiano è necessaria la preghiera personale, molto importante è anche la preghiera collettiva, specialmente la messa che è il momento del sacramento dell'Eucaristia .
La religione cristiana, lungi dall'essere basata sull'individualismo, incoraggia le comunità. Non siamo cristiani rinchiusi in noi stessi: siamo cristiani tutti insieme nella Chiesa , che è composta da tanti credenti, dalla nostra famiglia, dalle nostre comunità cristiane (gruppi di preghiera, scoutismo, monasteri, ecc.).
Definendoci cristiani, accettiamo di appartenere a questa comunità. Accettiamo di dipendere dagli altri, dal loro amore ed essi dipendono da noi. Accettiamo di crescere grazie agli altri e di farli crescere insieme a noi. Come ci ricorda San Paolo: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.(1 Corinzi 12: 12). Senza gli altri e il loro amore, non siamo niente.
"In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.” (Matteo 18: 19-20)
Qui nasce la comunità di preghiera: già i primi cristiani vivevano in comunità e pregavano insieme. Oggi, ad eccezione dei monasteri, dei conventi o di altre comunità laiche, i cristiani vivono generalmente da soli o in famiglia, una forma più piccola di comunità che può essere oggetto delle nostre preghiere. Tuttavia abbiamo conservato questa esigenza di preghiera collettiva, che ci unisce nella nostra fede : il sacramento dell'Eucaristia, celebrato durante la Messa è un'opportunità per i cristiani di incontrarsi regolarmente e pregare insieme (per esempio il Te Deum, l'Agnus Dei, o il Kyrie eleison). Anche il Credo si recita durante la messa e recitandolo proclamiamo ciò che costituisce il fondamento della fede della nostra Chiesa.
Anche la preghiera universale (quella che si recita coi fratelli durante la messa) è un magnifico esempio di unità: preghiamo tutti insieme, per intenzioni collettive, non personali. Questo ci permette di aprirci agli altri ed ai loro problemi, accogliendoli nel nostro cuore, come ogni preghiera di intercessione. Sono esempi di preghiere universali le diverse celebrazioni religiose come il battesimo, il matrimonio o il funerale. Il Padre Nostro, sebbene recitato regolarmente come preghiera personale, é una preghiera collettiva, fatta per pregare insieme: inizia con “Padre nostro che sei nei cieli” e non “Padre mio che sei nei cieli”! Durante le celebrazioni religiose preghiamo insieme, come per la preghiera per i defunti, letta durante i funerali. Infine, la Liturgia delle ore, composta principalmente dalle lodi, dai vespri e dalla compieta , è un momento di preghiera comunitaria molto forte durante il quale troviamo diverse preghiere in latino come il Gloria al Padre.
Come è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica, «La Liturgia delle Ore è destinata a diventare la preghiera di tutto il Popolo di Dio. In essa Cristo stesso continua ad esercitare il suo ufficio sacerdotale per mezzo della sua stessa Chiesa; ciascuno vi prende parte secondo il ruolo che riveste nella Chiesa e le circostanze della propria vita: i sacerdoti in quanto impegnati nel sacro ministero pastorale, poiché sono chiamati a rimanere assidui alla preghiera e al ministero della Parola; i religiosi e le religiose in forza del carisma della loro vita di consacrazione; tutti i fedeli secondo le loro possibilità.» (art. 1175 CCC). Quando recitiamo la Liturgia delle Ore, non lo facciamo mai da soli ma in comunione con tutta la Chiesa, in nome della Chiesa ed associati a Lei. È una preghiera collettiva destinata a scandire la nostra giornata, che finisce sempre con delle intenzioni di preghiera destinate a tutti i cristiani ed a tutti gli uomini.
Un cristiano da solo è un cristiano in pericolo: a volte è più facile pregare insieme per perseverare nella preghiera, condividere con gli altri i propri pesi e le proprie gioie, condividere la propria fede o semplicemente imparare a pregare. Molte comunità di preghiera mirano ad aiutare nella preghiera, o semplicemente a sentirsi unite a molti altri cristiani nel mondo, come Hozana.org.
La religione cristiana, nel corso della storia, si è divisa in tre grandi gruppi: cattolicesimo, protestantesimo ed ortodossia. Hozana è un'associazione cattolica a vocazione ecumenica, il che significa che è cattolica, ma ospita diverse comunità di preghiera cattolica, protestante ed ortodossa. Il termine ecumenico significa universale, essendo l'ecumenismo uno sforzo particolare dei cristiani per unire nella preghiera questi tre gruppi. La preghiera dei santi è poco incoraggiata nel protestantesimo, ma occupa un posto molto importante nelle religioni cattolica ed ortodossa.
Molti di noi pregano con i santi. Possono sembrarci più vicini alla nostra umanità rispetto a Dio e farci venire voglia di pregare. Ad essi sono dedicate magnifiche preghiere ed ogni santo è tradizionalmente associato ad una causa o ad un oggetto particolare: Santa Rita è la patrona delle cause disperate e delle coppie, San Giuseppe è il patrono delle famiglie, dei lavoratori e delle case, Sant'Antonio è il patrono degli oggetti smarriti e dei marinai e possiamo pregarlo per ottenere grazie o trovare l'amore, Sant'Espedito per aiutarci a combattere il male, San Michele Arcangelo per gli esorcismi, San Benedetto (che ci ha lasciato in eredità la sua famosa regola) per la vita monastica ecc…
È anche possibile chiedere ai santi di pregare il Signore per noi recitando le litanie dei santi.
I cattolici possono anche pregare il loro angelo custode per invocarlo, per mettersi sotto la sua protezione, soprattutto durante una preghiera mattutina, oppure per ringraziarlo con una preghiera serale. Lontano dalle superstizioni e dalle credenze occulte, il nostro angelo custode è un protettore dato da Dio che ci è fedele ed il cui ruolo è quello di preservarci da ogni male. San Padre Pio in particolare ci ha lasciato delle belle preghiere per gli angeli custodi!
Ma dobbiamo stare attenti: non preghiamo mai i santi, chiediamo loro la loro un'intercessione presso Dio. In altre parole, preghiamo sempre Dio e Cristo attraverso l’intercessione dei santi, i quali possono anche essere modelli per noi ed ispirarci nella nostra vita quotidiana.
L'origine del culto dei santi inizia con i primi martiri del II secolo: i primi cristiani si recavano sulle tombe dei martiri, che venivano seguiti come modelli, come Sant'Ignazio d'Antiochia, Sant'Espedito o San Policarpo. Una cultura di ammirazione, da non confondere con l'adorazione, nascerà rapidamente nei confronti di questi uomini e donne coraggiosi che donarono la loro vita per Cristo e dal IV secolo in poi molti cristiani li prenderanno come esempio, oltre a confidare nella loro protezione. Si verificarono molti miracoli, che rafforzarono le preghiere di intercessione.
Il medioevo comportò un passaggio dal culto dei martiri al culto dei santi, che si diffuse ampiamente nelle campagne grazie ad un duplice movimento di devozione popolare e volontà pastorale. La Chiesa offre a tutti i cristiani i santi come esempi di vita cristiana ed i fedeli si pongono sotto la protezione di santi la cui fama miracolosa è grande. In Europa iniziò il culto dei pellegrinaggi, degli angeli e delle reliquie: nacquero molti santuari e luoghi iconici, si costruirono grandi cattedrali per ospitare le spoglie dei santi.
La Riforma, nel XVI secolo, proclamava forte e chiaro che, se i santi possono essere presi a modello di vita cristiana, essi non sono in alcun modo intercessori presso Dio: Cristo è l'unico mediatore tra Dio e gli uomini. Ma, nel 1563, il Concilio di Trento approvò la dottrina della Chiesa cattolica su questo argomento con le seguenti parole: “I santi che regnano con Gesù Cristo offrono preghiere a Dio per gli esseri umani. È cosa buona e utile invocarli ed implorarli umilmente per ottenere grazie e favori da Dio, per mezzo di suo figlio Gesù Cristo, che è il nostro unico Redentore e nostro Salvatore". Il culto dei santi ha dunque un posto particolarmente importante nelle religioni cattolica ed ortodossa, come dimostrano le numerose opere d'arte su questo argomento e tutti i miracoli ad esse associati negli ultimi secoli!
Per i cattolici, la Vergine Maria ha un posto speciale. Lei è l'Immacolata Concezione, è stata scelta da Dio per portare Suo Figlio nel suo grembo. È un modello di purezza, mansuetudine, umiltà e Dio l'ha riconosciuta come una donna speciale, concedendole questa grazia immensa: quella di partorire Gesù. La Chiesa Cattolica la designa con diversi nomi: Madre di Dio, Vergine Maria, Immacolata Concezione. Molte sono le sue apparizioni in tutto il mondo, come a Fatima, Lourdes, Medjugorje, Guadalupe... Il dogma dell'Immacolata la riconosce come l'unica donna senza peccato che, con il suo “sì”, ha permesso la nascita di Cristo e la sua presenza in quanto uomo nel nostro mondo. Perciò a Lei è rivolta una devozione molto speciale e molte sono le preghiere di consacrazione alla Vergine. Nonostante il suo posto speciale nella comunione dei santi ed il suo rapporto privilegiato con il Signore, Maria è comunque una santa: quando la preghiamo, le chiediamo di intercedere per noi presso Dio, non è Lei a compiere direttamente i miracoli. È un potente intercessore delle nostre preghiere perché è la “benedetta fra tutte le donne!”.
La novena consiste nel pregare per nove giorni consecutivi per affidare un'intenzione, per ricevere una grazia particolare o anche per preparare una festa liturgica. Generalmente durante la novena viene richiesta l'intercessione di un santo. Questa forma di preghiera è molto popolare, senza dubbio perché si abbassa alla nostra natura umana:
Tradizionalmente molto popolari sono le novene a Santa Rita ed a San Giuseppe, ognuna delle quali viene recitata per delle intenzioni personali. Molte novene sono dedicate anche alla Vergine Maria, ad esempio per preparare il nostro cuore a celebrare la sua Immacolata Concezione ogni 15 agosto o la novena a Maria che scioglie i nodi per affidarle la nostra vita tutta intera con i problemi reali di tutti i giorni. Anche San Michele Arcangelo raccoglie molte persone in preghiera quotidianamente. Alcune novene sono particolarmente note e non è necessario rispettare delle regole particolari per iniziarne una. Possiamo affidare qualsiasi intenzione e chiedere o meno l'intercessione di un santo a nostra scelta.
Infine c'è una forma molto diffusa di preghiera per pregare Maria e attraverso di lei Dio: il Rosario. È una preghiera che si basa su meditazioni bibliche ed è composta da 5 misteri di Cristo, meditati con un Padre Nostro, 10 Ave Maria ed un Gloria al Padre ciascuno.
“Afferra il rosario come la vite si aggrappa all'albero. Senza la Madonna non possiamo sopravvivere!”. Ci ripeteva Madre Teresa di Calcutta.
Il Rosario, chiamato anche “preghiera del popolo”, è un modo bello e semplice per pregare quotidianamente. Ci ricorda il sacrificio che Cristo ha fatto per noi e ci permette di metterci nel cuore di Maria, rivivendo i momenti forti della sua vita. Che sia durante una decina oppure un rosario completo, ogni Ave Maria è come una rosa che gettiamo ai piedi di Maria, un grande grazie che le diciamo dal profondo del nostro cuore. Una decina corrisponde a 10 Ave Maria recitate. Un rosario alla meditazione di 5 misteri, quindi 5 decine di Ave Maria ed è composto da 50 Ave Maria. La Corona del rosario intera è composta da tutti i misteri, quindi da 4 rosari.
Ci sono anche altre preghiere che si possono recitare come un Rosario: il Coroncina allo Spirito Santo o il La Coroncina a San Giuseppe. Meno conosciuto ma altrettanto bello di quello dedicato a Maria, questo rosario invita a riscoprire la vita di Cristo ed a seguirne le orme attraverso gli occhi dell'uomo che lo ha cresciuto e protetto.
"Sono convinto che se, per venti secoli, all'immenso sforzo della predicazione, dell'insegnamento, della catechesi si fosse unito uno sforzo non meno potente dell'iniziazione alla preghiera interiore, il volto di questo mondo sarebbe completamente diverso. In effetti tanti bambini hanno frequentato il catechismo, ma non hanno mai imparato a pregare. (…) Abbiamo fornito un insegnamento, non abbiamo insegnato a vivere questo insegnamento.
È possibile, ne sono certo, far sfuggire agli uomini il fascino della ricchezza che sta mettendo il nostro mondo sull'orlo della catastrofe, ma la via, e l'unica, è portare i cuori degli uomini ad essere affascinati da Dio nella preghiera ".
Padre Caffarel
La preghiera, pietra angolare della religione cristiana, viene trascurata nell'insegnamento della religione: coltiviamo la mente e dimentichiamo di coltivare il cuore. Ma senza preghiera non c'è relazione con Dio. La preghiera crea fiducia, speranza, fa crescere il nostro amore, la nostra fede, la nostra gioia. Ma questo immenso dono della preghiera è anche molto esigente. La missione di Hozana è quella di aiutarci a pregare: fornendo contenuti, aiutandoci a perseverare, ricordandoci che un giorno abbiamo fatto la scelta di amare Dio.
Hozana è un social network di preghiera che permette di creare ed unirsi a diverse comunità di preghiera. Più di un milione e trecentomila credenti da tutto il mondo pregano insieme ed usano questo incredibile strumento per arricchire la loro preghiera e perseverare in questa esigenza. Ci sono delle comunità per pregare ogni giorno con il Vangelo, le novene, altre varie comunità per ricevere ogni giorno una preghiera diversa, come per pregare San Giuseppe per esempio.
La preghiera è necessaria per coltivare la nostra fede, per creare una relazione con Dio e per mantenerla.
Come dice così bene papa Francesco: “Dio ti ama, non aver paura di ricambiare il suo amore! ”.
Cosa aspetti per cominciare a pregare?