Oggi si sente molto parlare di meditazione, ma a volte è difficile sapere cosa si intenda con questo termine, che fa parte di diversi approcci (meditazione mindfulness, meditazione mantra o trascendentale, meditazione zen o buddista, meditazione dinamica (Osho) ecc….) e pratiche (terapeutiche, filosofiche, spirituali, ecc…).
All'interno della tradizione cristiana, il termine stesso meditazione, la cui etimologia è complessa, può essere utilizzato in diversi contesti e può essere integrato in diverse forme con la preghiera: come riflessione spirituale intorno ad un punto di fede(interiorizzando la Parola di Dio),o praticando la preghiera silenziosa in un atteggiamento contemplativo...
La ricerca dell'interiorità e dell'intima relazione con Dio è presente fin dai primi tempi del cristianesimo. La meditazione cristiana si è arricchita nel corso dei secoli grazie ai Padri del deserto come Sant'Ignazio di Loyola o a sante mistiche come Santa Teresa d'Avila, assumendo diverse forme (lectio divina, adorazione, preghiera di meditazione, esercizi spirituali ecc….). Tuttavia la meditazione cristiana ha sempre lo stesso obiettivo: vivere cuore a cuore con Dio, sentendolo presente in noi.
“Tardi ti ho amato,
bellezza così antica e così nuova,
tardi ti ho amato.
Tu eri dentro di me, e io fuori.
E là ti cercavo.
Deforme, mi gettavo
sulle belle forme delle tue creature.
Tu eri con me, ma io non ero con te.
Mi tenevano lontano da te
quelle creature che non esisterebbero
se non esistessero in te.
Mi hai chiamato,
e il tuo grido ha squarciato la mia sordità.
Hai mandato un baleno,
e il tuo splendore
ha dissipato la mia cecità.
Hai effuso il tuo profumo;
l'ho aspirato e ora anelo a te.
Ti ho gustato,
e ora ho fame e sete di te.
Mi hai toccato,
e ora ardo dal desiderio della tua pace”.
(Sant'Agostino d'Ippona, Confessioni)
San Giovanni della Croce, detto anche il dottore mistico, (1542-1591) disse: “Signore, tu mi ami anche nella notte, perché proprio nella notte mi parli. Tu, o Dio, sei il centro della mia anima, sei li, in una maniera molto misteriosa e molto incomprensibile, ma ci sei!”
Meditare è quindi voler entrare in relazione con Dio, entrando prima in noi stessi.
La meditazione cristiana e la meditazione contemporanea (non religiosa) sono abbastanza simili nella forma:
Tuttavia esse differiscono nello scopo. La meditazione contemporanea mira soprattutto a calmare e rilassare la mente e il corpo. Nella meditazione cristiana, se si possono sentire anche un benessere ed una pacificazione, essi sono solo una conseguenza e non la meta finale che resta di trovare Dio in se stessi e di stare con Lui.
La meditazione cristiana invita ad una relazione autentica, intima e profonda con il Signore. Come ogni incontro reale, questo incontro ci trasforma. Permette il doppio movimento necessario per ogni relazione: da me a Dio e da Dio a me.
È soprattutto una storia d'amore. Accettiamo di lasciarci guardare con amore da Dio e poi impariamo a guardare noi stessi ed il mondo con uno sguardo d'amore.
Nel Vangelo? Gesù ci dice: “E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate”. (Matteo 6: 5-8)
Gesù ci insegna: pregare non è una storia di regole o di dogmi, ma si tratta di un autentico e semplice cuore a cuore con nostro Padre, che ci conosce, ci ama e semplicemente vuole che ci lasciamo amare da Lui….
Nel corso dei secoli, si sono sviluppate diverse pratiche per permettere questa crescita spirituale e la ricerca di questa pace in Dio.
Nel IV secolo dopo Cristo i deserti dell'Egitto, della Palestina, dell'Arabia e della Persia erano popolati da un genere di uomini che si era lasciato alle spalle una strana reputazione: erano i primi eremiti cristiani, che abbandonavano le città per vivere in solitudine. La Palestina aveva anticamente attratto monaci da tutte le parti del mondo cristiano: il più famoso di loro fu San Gerolamo, che visse e tradusse le Scritture in una spelonca a Betlemme. Inoltre c'era un'importante colonia di monaci nei pressi del Monte Sinai in Arabia.I Padri del deserto, ispirati da Clemente, da Origene e dalla tradizione neo-platonica, erano sicuri di potersi ergere al di sopra di tutte le passioni e di diventare inaccessibili alla collera, alla lussuria, all'orgoglio e a tutto il resto. L'amore significava l'identificazione interiore e spirituale col fratello, in modo che egli non fosse considerato come un "oggetto" a cui si "fa del bene"....La preghiera era il vero e proprio cuore della vita nel deserto ed consisteva nella salmodia (preghiera cantata di Salmi ed altre parti delle Scritture, che essi conoscevano a memoria) e nella contemplazione. Ciò che oggi chiameremmo preghiera contemplativa si riferisce alla quies, ovvero alla "pace", una condizione di silenzio assorto, ritmato dalla ripetizione a voce sommessa di una frase isolata della Scrittura. La più conosciuta è la preghiera del pubblicano: "Signore, pietà!" (Kyrie eleison), ripetuta centinaia di volte al giorno…. Ci sono infatti da allora molti metodi di meditazione basati sulla lectio divina o la ripetizione di un versetto per far penetrare ed operare in noi la Parola di Dio. Esiste inoltre un tipo di meditazione molto più “libera”, come quella praticata santa Teresa d'Avila, che propone un profondo raccoglimento per lasciare penetrare in noi l'amore di Dio e per Dio…
La pratica della meditazione si è evoluta nel corso dei secoli, alimentata dalle esperienze spirituali dei più grandi santi.
Tutte queste pratiche, come l'utilizzare il corpo (respirazione, rilassamento, ecc...) e/o della mente (immaginazione, ripetizione, ecc….) consentono di isolarsi dalle sollecitazioni esterne, per riconcentrarsi su se stessi, lasciando così spazio all'incontro con Dio.
Alcuni consigli per praticare la meditazione
Concretamente, come meditare? Ecco alcuni suggerimenti.
Si tratta solo di consigli e non di regole, perché come ogni relazione è viva e personale, non esiste un metodo universale per meditare.;..
L'unica condizione è il rendersi presenti ed aperti alla presenza di Dio. Se a volte non ci riusciamo, non importa: Lui sarà sempre lì.
Aprire il nostro cuore all'incontro con Dio
Dio è lì… nel profondo del nostro cuore.
Egli è sempre lì ed è pronto ad accoglierci, ad accoglierci lì… Siamo noi che non ci siamo in generale! Meditare quindi consiste nel rendersi presenti e disponibili per questo incontro interiore. Questo significa:
San Giovanni Cassiano, un monaco cristiano del IV secolo, suggerisce di ripetere continuamente una parola per aiutare a calmare la nostra mente ed indirizzarla verso i pensieri che desideriamo meditare. Ecco alcune parole che suggeriva di utilizzare:
Questo esercizio può aiutare a rifocalizzare l'attenzione prima di entrare in un momento di silenzio. Possiamo anche scegliere un versetto biblico e prenderci il tempo di lasciarlo penetrare in noi, ripetendolo e concentrando la nostra attenzione su ogni parola, ascoltando Dio che ci dice...
La lectio divina e gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio offrono una pratica meditativa particolarmente radicata nella Parola di Dio. (vedere sotto)
Cercare prima la relazione col Signore
“Nel silenzio, ci viene concesso il privilegio di ascoltare la Sua Voce: nel silenzio dei nostri occhi, nel silenzio delle nostre orecchie, nel silenzio dalla nostra bocca, nel silenzio della nostra mente… Nel silenzio del cuore, Dio parlerà”. (Madre Teresa)
È importante ricordare sempre che, nella semplicità della meditazione, cerchiamo solo di stare con Dio. Tutti gli esercizi faccia a faccia, gli elementi che aiutano a concentrarsi, sono solo mezzi che alcuni giorni ci faranno sentire la presenza interiore di Dio e, a volte, non saranno sufficienti.
Questo è normale e fa parte di una relazione viva con Dio e la cosa non deve preoccuparci né scoraggiarci.
Questo tipo di meditazione cristiana si basa sulle Scritture. Praticare la lectio divina consiste nel lasciarsi guidare dalla Parola attraverso 4 fasi: lectio: lettura lenta di un testo; meditatio: tempo per interiorizzare il testo e ricercare ciò che ci dice in profondità; oratio: tempo di preghiera e contemplatio: momento che permette di tenere il cuore aperto alla presenza di Dio .
Corrispondente al tempo dell’oratio della lectio divina, la preghiera silenziosa è una forma di preghiera interiore come nella lectio divina, ma estesa su un tempo più lungo. Per entrare in preghiera, si tratta di entrare nel più profondo di sé, con la ferma convinzione che Dio è presente in ogni momento dentro di noi….
Quando si parla di adorazione, si pensa in particolare all'adorazione eucaristica, praticatain chiesa. Si tratta di guardare Cristo, presente nell'ostia e presentato agli occhi dei fedeli nell'ostensorio, e di lasciarsi guardare da lui. Si tratta di mettersi alla presenza di Gesù, che è presente nell'eucaristia di unirsi a Lui come un unico corpo.
Sant'Ignazio di Loyola, padre dei Gesuiti, raccoglie in un libro gli esercizi spirituali per accompagnare la pratica della meditazione attraverso i brani del Vangelo. Questi esercizi mirano a vivere un vero incontro personale con Gesù ed a sentire in sé stessi come vivere il progetto di Dio in noi.